Il diritto alla pensione alla luce del risultato del referendum sulla riforma della Costituzione

di Franceso Paolo Rossi, Professore emerito di diritto del lavoro dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e Coord. Scientifico del centro Studi ANIV di diritto della previdenza sociale “G. BILLIA

1. Il diritto alla pensione è un diritto soggettivo pubblico in virtù del quale a tutti i lavoratori e parimenti a tutte le lavoratrici esso è riconosciuto e garantito dalla Costituzione secondo la formula contenuta nell’art. 38, secondo comma. In questa è sancito così l’obbligo indefettibile e fondamentale di garantire e assicurare ai lavoratori di cui sopra mezzi adeguati alle loro esigenze di vita nei casi di infortunio sul lavoro, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. A ben vedere, le sole forme di pensionamento sono quelle relative agli stati di invalidità o di inabilità e a quello del raggiungimento di un’età predefinita con un’anzianità assicurativa–contributiva minima nell’ambito del sistema di assicurazione sociale, invalidità, vecchiaia e superstiti. Nulla è detto per una pensione di anzianità, la quale ha rappresentato, invece, negli anni ’70, una fonte di aggressione al Fondo pensione dei lavoratori dipendenti del settore di lavoro privato.